Songtexte La paura - Giorgio Gaber
E
camminando
di
notte,
nel
centro
di
Milano,
semideserto
e
buio
e
vedendomi
venire
incontro,
l'incauto
avventore,
ebbi
un
piccolo
sobbalzo
nella
regione
epigastricoduodenale
che
a
buon
diritto
chiamai,
paura
o
vigliaccheria
emotiva.
Sono
i
momenti
in
cui
amo
la
polizia.
E
lei
lo
sa,
e
si
fa
desiderare.
Si
sente
solo
il
rumore
dei
miei
passi,
avrei
dovuto
mettere
le
Clark.
La
luna
immobile
e
bianca,
disegna
ombre
allungate
e
drittissime.
Non
importa,
non
siamo
mica
qui
per
fare
delle
fotografie
dai.
Cappello
in
testa,
e
impermeabile
chiaro
che
copre
l'abito
scurissimo,
l'uomo
che
mi
viene
incontro,
ha
pochissime
probabilità
di
essere
Humprey
Bogart.
Le
mani
stringono
al
petto
qualcosa
di
poco
chiaro.
Non
posso
deviare,
mi
seguirebbe,
il
caso
cane
gatto
è
un
esempio
chiarissimo.
Finché
nessuno
scappa,
non
succede
niente,
appena
uno
scappa,
quell'altro
...
Ed
è
giusto,
perché
se
uno
scappa,
deve
avere
una
buona
ragione
per
essere
seguito,
altrimenti
che
scappa
a
fare?
Da
solo?
In
quel
caso
si
direbbe
semplicemente,
corre,
e
se
lui
non
mi
seguisse,
non
ho
voglia
di
mettermi
a
correre
come
un
cretino
alle
due
di
notte
per
Milano,
senza
le
Clark.
La
luna,
è
sempre
immobile
e
bianca,
come
ai
tempi
in
cui
c'erano
ancora
le
notti
d'amore.
Non
importa,
proseguo
per
la
mia
strada,
non
devo
aver
paura,
la
paura
è
un
odore,
e
i
viandanti
lo
sentono.
Sono
peggio
delle
bestie
questi
viandanti,
è
chiaro
che
lo
sentono.
Ma
perché
sono
uscito?
Avrei
dovuto
chiudermi
in
casa,
e
scrivere
sulla
porta,
non
ho
denaro,
a
titolo
di
precauzione,
per
scoraggiare
ladri
e
assassini.
E
lo
strangolatore
solitario?
Quello
se
ne
frega
dei
soldi.
Dovrei
andare
a
vivere
in
Svizzera,
non
si
è
mai
abbastanza
coraggiosi
da
diventare
vigliacchi
definitivamente.
Ma
l'importante
ora
è
andare
avanti,
deciso.
Qualsiasi
flessio¬ne,
potrebbe
essere
di
grande
utilità
al
nemico.
La
prossima
traversa
è
vicina
e
forma
un
angolo
acuto...
Acuto
o
ottuso,
non
importa.
Però
sento
che
lo
potrei
raggiungere
l'angolo,
e
allora...
Ma
il
nemico
avanza,
allunga
il
passo,
o
è
una
mia
impressione?
Ricordati
del
cane
e
del
gatto,
anche
lui
ha
paura
di
me.
Devo
puntargli
addosso
come
un
incrociatore,
sì,
avere
l'aria
di
speronarlo,
ecco
così,
è
lui
che
si
scosta
disegna
una
curva.
No,
mi
punta.
Siamo
a
dieci
metri.
Le
mani
stringono
al
petto...
Un
grosso
mazzo
di
fiori,
un
mazzo
di
fiori?
Chi
crede
di
fregare?
Una
pistola,
un
coltello,
nascosto
in
mezzo
ai
tulipani,
come
sono
furbe
le
forze
del
male.
Eccolo,
è
a
cinque
metri,
è
finita,
quattro
tre
due
un...
Ahhhh,
niente,
era
soltanto,
un
uomo.
Un
uomo
che
senza
il
minimo
sospetto,
mi
ha
sorriso,
come
fossimo
due
persone.
E'
strano,
ho
avuto
paura
di
un'ombra
nella
notte,
ho
pensato
di
tutto,
l'unica
cosa
che
non
ho
pensato...
è
che
poteva
essere
semplicemente,
una
persona.
La
luna,
continua
a
essere
immobile
e
bianca,
come
ai
tempi
in
cui,
c'era
ancora
l'uomo.
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