Giorgio Gaber - La paura (prosa) Lyrics

Lyrics La paura (prosa) - Giorgio Gaber




Camminando di notte nel centro di Milano,
Semideserto e buio
E vedendomi venire incontro l'incauto avventore,
Ebbi un piccolo sobbalzo nella regione epigastricoduodenale, che a buon diritto chiamai paura
O vigliaccheria emotiva.
Sono i momenti in cui amo la polizia, lei lo sa, e si fa desiderare
Si sente solo il rumore dei miei passi, avrei dovuto mettere le clark
La luna, immobile bianca, disegna ombre allungate drittissime... non importa, non siamo mica qui a fare fotografie
Cappello in testa, impermeabile chiaro che copre l'abito scurissimo, l'uomo che mi viene incontro ha pochissime probabilità di essere Humphrey Bogart
Le mani stringono al petto qualcosa di poco chiaro
Non posso deviare... mi seguirebbe
Il caso cane-gatto é un esempio chiarissimo: finché nessuno scappa, non succede niente, appena qualcuno scappa quell'altro
Ed é giusto, perché se uno scappa, deve avere una buona ragione per essere seguito, altrimenti che scappa a fare? Da solo!
In quel caso si direbbe semplicemente "correre", ma se lui non mi seguisse non ho nessuna voglia di mettermi a correre come un cretino alle due di notte per Milano... senza le clark!
La luna é ancora immobile e bianca, come i tempi in cui c'erano ancora le notti d'amore
Proseguo per la mia strada, non devo avere paura
La paura é un odore, ed i viandanti lo sentono
Sono peggio delle bestie, questi viandanti, é chiaro che lo sentono
Ma perché sono uscito?
Avrei dovuto chiudermi in casa! E scrivere sulla porta "non ho denaro", a titolo di precauzione, per scoraggiare ladri ed assassini
E lo strangolatore solitario? Quello se ne frega dei soldi.
Dovrei andare a vivere in Svizzera, non si é mai abbastanza coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente
Ma l'importante ora é andare avanti deciso, qualsiasi questione potrebbe essere di grande utilità al nemico
La prossima traversa é vicina, e forma un angolo acuto... acuto o ottuso? Non importa
Non siamo mica qui per occuparci di geometria
Pero' sento che lo potrei raggiungere l'angolo ed allora... ma il nemico allunga il passo, avanza!
Ma é una mia impressione... ricordati del cane e del gatto... anche lui ha paura di me
Devo puntargli addosso come un incrociatore, si, avere l'aria di spronarlo, ecco così, é lui che si scosta, disegna una curva... no, mi punta.
Siamo a dieci metri, le mani stringono al petto un grosso mazzo di fiori... un mazzo di fiori?
Ma chi crede di fregare! Un coltello, un'arma, nascosta in mezzo ai tulipani, come sono furbe le forze del male!
Siamo a cinque metri, é finita!
Quattro... tre... due
Era soltanto un uomo
Un uomo che senza il minimo sospetto mi ha sorriso, come fossimo due persone
É strano, ho avuto paura di un'ombra della notte
Ho pensato di tutto
L'unica cosa a cui non ho pensato é che potesse essere semplicemente una persona
La luna continua ad essere immobile e bianca, come i tempi in cui c'era ancora l'uomo



Writer(s): Giorgio Gaberscik


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