Текст и перевод песни Francesco Guccini - Keaton

Keaton

Lo chiamavamo Keaton quel pianista,
Naturalmente perché non sorrideva mai,
Mentre noi ci ammazzavamo di risate
A vederlo là, come un parafulmine, dritto contro un cielo di guai;
Guai di tasca a violoncello, guai d' amore,
Guai da vita distratta e disperata
Che ricamavano dentro al suo stupore
Una tela affascinante, ma un po' troppo delicata...

Keaton si presentò come un jazzista,
Appassionato e puro, in stile Rete Tre,
Coi pregiudizi di chi si sente artista
Perché non faceva soldi, lui, con le canzoni, come me,
Ma non mi accompagnava poi malvolentieri,
Eravamo due grandi acrobati della malinconia
E poi, poi dobbiamo farne di mestieri
Noi che viviamo della nostra fantasia...

Parlavamo poi molto in quelle sere,
In qualche bar, dopo il concerto, insonni e morti,
Di politica, ciclismo, storie vere
E di come i "Weather Report" erano forti
E di come era importante fra la gente
Non essere solo musica e parole
E di come era importante che la gente
Non fosse una massa di persone sole...

Ah, Keaton, Keaton, che fine hai fatto, Keaton?
Sei poi andato in malora, Keaton?
Lo sai che ti sto venendo a cercare?
Keaton, ah, Keaton, perché stanotte, Keaton,
Proprio stanotte, Keaton, avrei bisogno di sentirti suonare...

S'illuminava poi come di colpo
Lungo l'effimero consueto di una sera,
S'illuminava di una gioia grande
Quando si avvicinava a una tastiera
E preferiva quelle un poco usate,
Quelle in cui tutti mettono le mani,
Quelle ingiallite dal tempo, un po' scordate
Dall' ignoranza e dalla passione degli umani...

E poi una volta abbiamo litigato
Per una donna prima sua e poi mia,
Lui coi suoi guai, io col mio quasi peccato,
Sconfitti entrambi dalla gran malinconia;
Ci siamo persi quasi senza una parola,
Ma tutti e due con più rabbia che rimpianto,
Come i bambini che si fan dispetti a scuola,
Come due vecchi che si sono amati tanto...

Poi ho provato a rintracciarlo dappertutto,
Chiedendo a più d' un dirigente supponente,
Telefonando all'Arci-caccia, all'Arci-tutto,
Ma di Keaton sembra non sia rimasto niente.
Se se ne parla è nel ricordo di un momento,
Qualcuno dice che l'ha visto, ma lontano,
E tutti, tutti con un gran sorriso spento
Come per dire: "Era un ragazzo troppo strano".

Ah, Keaton, Keaton, che fine hai fatto, Keaton?
Se mi vedessi col mio trench stile Bogart, Keaton,
Sotto la pioggia che ti vengo a cercare...
Keaton, ah, Keaton, perché mi manca, Keaton,
Questa notte mi manca la tua voglia di star qui a suonare...

E finalmente un chissacchì non mi delude,
Forse, però non sa, probabilmente,
è in una provincia lontana come una palude
Dai nostri discorsi di suonare fra la gente;
Una provincia come una sconfitta,
Meno che essere una minoranza dignitosa,
E una palude è certo troppo fitta
Di voli di zanzara per suonarci qualche cosa...

Lo trovo e sembra che non sia più Keaton,
Anche se è contento di vedermi.
"Sembrava facile toccarlo con un dito", dice,
"Ma il cielo ci ha voluto tutti fermi".
E finalmente ride, ma ride tanto ed è ingrassato
E giura troppo che non sta poi male,
Il jazz ormai se l'è dimenticato:
Ci son parole, tempi e ritmi anche dentro un ospedale...

E nel lasciarmi all' inizio della sera:
"E' come", dice, "alla fine del cinema muto,
C'è il sonoro, non serve una tastiera..."
Ci salutiamo nel silenzio più assoluto...
Ed esco fuori con i miei giornali
E non ho voglia di ridere per niente,
Ho un treno che mi aspetta alla stazione,
Mi dà fastidio anche il rumore della gente...

Ah, Keaton, Keaton!

Keaton, quello vero, l'ultima volta che l'hanno visto passeggiava
Lungo le strade e per il vento di Roma
Durante le pause di un film con Franchi e Ingrassia.
Aveva in corpo mille litri di alcool,
La faccia la solita, senza allegria;
Si ubriacava ogni giorno con la troupe borgatara
Alla faccia della cirrosi epatica,
Perché lui ci teneva al suo pubblico,
Più che al suo fegato,
E gli elettricisti sono gente simpatica;
Gli urlavano infatti "anvedi s'è forte 'sto Keaton!",
Bevendo il bianco misterioso dei colli di Roma
O quello forte del sud che fa assaggiare l'infinito
A tutta la gente di bocca buona...

Keaton

We called him Keaton, that pianist,
Naturally, because he never smiled,
While we were killing ourselves with laughter
Seeing him there, like a lightning rod, straight against a sky of troubles;
Troubles of a cello pocket, troubles of love,
Troubles from a distracted and desperate life
That embroidered within his astonishment
A fascinating canvas, but a little too delicate...

Keaton introduced himself as a jazz musician,
Passionate and pure, in the style of Rete Tre,
With the prejudices of those who feel like an artist
Because he didn't make money, he, with songs, like me,
But he didn't mind accompanying me,
We were two great acrobats of melancholy
And then, then we have to do many jobs
We who live off our imagination...

We then talked a lot in those evenings,
In some bar, after the concert, sleepless and dead,
Of politics, cycling, true stories
And how strong the "Weather Report" were
And how important it was among people
Not to be just music and words
And how important it was that people
Weren't a mass of lonely people...

Ah, Keaton, Keaton, what happened to you, Keaton?
Did you go to ruin, Keaton?
Do you know that I'm coming to look for you?
Keaton, ah, Keaton, because tonight, Keaton,
Just tonight, Keaton, I need to hear you play...

He then lit up as if suddenly
Along the usual ephemeral of an evening,
He lit up with great joy
When he approached a keyboard
And he preferred those that were a little used,
Those where everyone puts their hands,
Those yellowed by time, a little out of tune
From the ignorance and passion of humans...

And then once we had a fight
For a woman first his and then mine,
He with his troubles, I with my almost sin,
Both defeated by the great melancholy;
We lost each other almost without a word,
But both with more anger than regret,
Like children who play tricks at school,
Like two old people who loved each other so much...

Then I tried to track him down everywhere,
Asking more than one arrogant manager,
Calling the Arci-caccia, the Arci-everything,
But it seems there's nothing left of Keaton.
If he is mentioned, it is in the memory of a moment,
Someone says they saw him, but far away,
And everyone, everyone with a big extinguished smile
As if to say: "He was too strange a boy".

Ah, Keaton, Keaton, what happened to you, Keaton?
If you saw me with my Bogart-style trench coat, Keaton,
Under the rain I come looking for you...
Keaton, ah, Keaton, because I miss you, Keaton,
Tonight I miss your desire to stay here and play...

And finally a nobody doesn't disappoint me,
Maybe, but he doesn't know, probably,
He's in a province far away like a swamp
From our talks about playing among people;
A province like a defeat,
Less than being a dignified minority,
And a swamp is certainly too dense
With mosquito flights to play something there...

I find him and it seems he's not Keaton anymore,
Even though he's happy to see me.
"It seemed easy to touch it with a finger", he says,
"But the sky wanted us all still".
And finally he laughs, but he laughs so much and he's gotten fat
And he swears too much that he's not doing too badly,
He has now forgotten jazz:
There are words, times and rhythms even inside a hospital...

And as he leaves me at the beginning of the evening:
"It's like", he says, "at the end of silent cinema,
There's sound, you don't need a keyboard..."
We say goodbye in the most absolute silence...
And I go out with my newspapers
And I don't feel like laughing at all,
I have a train waiting for me at the station,
Even the noise of the people annoys me...

Ah, Keaton, Keaton!

Keaton, the real one, the last time they saw him he was walking
Along the streets and in the wind of Rome
During the breaks of a film with Franchi and Ingrassia.
He had a thousand liters of alcohol in his body,
The face the same, without joy;
He got drunk every day with the Bogart-like crew
In the face of liver cirrhosis,
Because he cared about his audience,
More than his liver,
And electricians are nice people;
They shouted at him in fact "look how strong this Keaton is!",
Drinking the mysterious white of the hills of Rome
Or the strong one from the south that makes you taste infinity
To all people with a good mouth...