Текст песни La masturbazione (prosa) - Giorgio Gaber
Lei
comincia
a
divincolarsi
Ma
i
suoi
sforzi
rendono
più
sensibile
la
sua
debolezza
e
Nello
stesso
tempo
fanno
ondulare
il
suo
corpo
contro
il
mio
Ora
la
trascino
verso
la
camera
Ma
strada
facendo
mi
fermo
un
po′
pe
obbligarla
a
stringersi
di
Nuovo
contro
di
me
In
modo
da
sentire
bene
il
tenero
strofinio
dei
Suoi
seni
attraverso
la
seta
sgualcita
della
camicia
Poi
sempre
tenendola
Costringo
la
piccina
a
inginocchiarsi
sul
copriletto
Le
immobilizzo
i
polsi
dietro
la
schiena
con
una
sola
mano
che
preme
Contro
l'incavatura
della
vita
e
la
Schiaffeggio
più
volte
senza
fretta
Lei
sa
che
ha
bisogno
di
una
punizione
Dopo
le
accarezzo
la
bocca
con
le
mani
e
anche
le
labbra
Ma
siccome
non
si
dimostra
compiacente
quanto
Voglio
la
schiaffeggio
ancora
senza
spiegazioni
Punita
per
la
seconda
volta
mi
bacia
senza
reticenza
Allora
la
faccio
stendere
servile
sottomessa,
a
pancia
in
giù
E′
la
posizione
che
preferisco
Ferma
cara,
indifesa
Le
faccio
risalire
la
camicia
e
le
spingo
giù
i
pantaloni
dolcemente
Con
la
punta
delle
cinque
dita
Sfioro
la
pelle
nei
punti
in
cui
é
più
Delicata,
non
tanto
per
interessare
la
prigioniera
Non
tanto
per
interessare
la
prigioniera
Questo
pensiero
rischia
di
farmi
sfuggire
l'immagine
Non
tanto
per
interessare
la
prigioniera
Accendo
la
luce,
e
guardo
il
cuscino
La
prigioniera
Ecco
cosa
c'é
di
bello
nella
masturbazione
Non
c′è
alcun
bisogno
di
preoccuparsi
per
l′altra
persona
Però
guai
a
distrarsi
eh,
guai
Devi
essere
un
tutto
unico,
testa,
e
tutto
I
ragionamenti
intermedi
sono
fallimentari
Fra
la
tensione
del
pensiero
e
il
corpo
non
deve
esistere,
niente
La
masturbazione,
è
la
prima
forma
di
interezza
sai?
E
non
solo
quello
Nessuno
ha
mai
parlato
di
questo
modo
di
amare
Ma
ti
rendi
conto?
In
due,
sempre
in
due,
oppure
in
tanti,
che
stronzata
in
tanti
L'amore
in
uno
è
il
più
perfetto,
non
ha
mai
sfasature,
è
L′unico
amore
in
cui
una
persona
faccia
Veramente
i
conti
con
il
proprio
sesso
Purtroppo,
non
lo
si
può
raccontarlo
A
nessuno
il
proprio
sesso,
diciamolo
Quanto
sia
acuto,
profondo,
illimitatamente
libero
Si
deve
andare
fino
in
fondo
Fino
alle
oasi
più
vergognose,
che
sono
poi
quelle
più
vere
Mi
fanno
ridere
quelli
che
la
chiamano,
disperata
solitudine
Ah,
ah,
ah,
è
una
scienza
privata
e
universale
dai
È
il
rilancio
dell'individuo
Ti
libera
dall′untuosa
ideologia
del
sociale
Ti
libera
dai
sofismi
della
conservazione
Della
specie
e
ti
porta
verso
l'immagine
pura
È
il
più
alto
dovere
dei
poeti,
o
la
capisci
o
non
la
capisci,
o
Ce
l′hai
o
non
ce
l'hai,
Non
ci
si
può
accedere
con
la
logica
È
una
verità
del
cuore
come
la
mamma
come
la
patria
Beh
si,
mi
sono
esaltato
E
ho
perso
la
concentrazione,
va
be',
fumiamo,
và
Guarda
che
casino
che
c′è
in
giro
Cicche
cartacce,
camice
sporche,
lenzuola
che
disastro!
Però
è
bello
tornare
a
casa
la
sera
Da
soli,
infilarsi
sotto
le
coperte
E
sapere
già
come
andrà
a
finire
Ritardare,
i
piaceri
vanno
sempre
ritardati
Quasi
quasi
questa
sera
resisto,
così
domani
è
anche
più
bello
Dicono
che
faccia
male,
anche
quella
li
non
l′ho
mai
capita
Ma
chissà
quanti
saranno
quelli
che
a
quarant'anni,
da
soli
Non
lo
saprò
mai
E
chi
te
lo
racconta
dai,
da
piccoli
si,
ma
a
quarant′anni
Non
so
se
dormire
o
tornare
ai
miei
filmini
Dunque,
lei
era
prigioniera
Era
prigioniera
con
le
mani
incatenate
dietro
la
schiena,
no
Le
catene
non
c'erano,
ecco
a
me
sono
i
dettagli
che
mi
fregano
L′ho
persa,
ecco,
non
la
vedo
più
La
Lucianina
non
mi
va
più
bene
la
Lucianina,
strane
cose
Probabilmente
è
il
pensiero
che
diventa
Debole,
e
quando
il
pensiero
si
indebolisce
Eh
eh
eh
Già,
ma
chissà
quanti
saranno
quelli
che
a
quarant'anni
No
sarei
curioso
di
sapere
che
tipo
di
tecnica
Secondo
me
esistono
due
tendenze
si,
quelli
della
donna
astratta
Stupenda,
completamente
inventata
Piena
di
fianchi,
di
cosce,
di
tette
No
no,
io
più
sono
realista,
si,
non
importa
che
sia
bellissima
Deve
essere
vera,
ecco,
la
devi
capire,
psicologicamente,
e
si
Perché
cos′è
poi
un
culo,
si
E
non
si
conosce
profondamente
il
proprietario?
Non
è
niente
dai,
non
è
niente,
è
un
oggettone
Le
donne
che
scelgo
per
Se
lo
sapessero,
voglio
dire,
le
mie
donne
insomma
Sono
quelle
che
incontro
tutti
i
giorni,
si
Quelle
di
cui
conosco
la
madre
il
fratello
il
cugino,
il
marito
Ummm
quelle
sposate,
le
mogli
degli
amici
stupendo
Le
faccio
parlare
proprio
con
la
loro
voce
si
sono
precisissimo
Nell'immaginare
i
gesti,
ognuna
il
suo
carattere
Mai,
mai
far
fare
cose
che
loro
non
farebbero,
mai
Magari
che
non
hanno
mai
fatto
Ma
che
io
so
che
farebbero,
con
me
le
farebbero
sì!
Guarda
la
Barbara
per
esempio,
come
la
odio
la
Barbara
Dice
che
è
timida,
tipico,
dice
che
ha
vergogna
del
suo
corpo
Tipico,
ha
vergogna
del
suo
corpo
e
mette
su
delle
gonne
che
si
Incollano
al
culo,
va
bene
Ha
il
culo
piccolo,
lo
ammetto,
ma
si
vede
di
più
eh
Che
fai
ti
incazzi?
Si
mi
incazzo,
mi
incazzo
perché
sono
realista
E
intanto
la
Barbara
mi
va
via,
mi
svapora
Mi
si
indebolisce
il
pensiero
Mi
si
in
intreccia
con
la
Cornelia,
la
Cornelia?
La
Cornelia
è
tutto
un
altro
tipo
è
isterica
fredda
come
il
ghiaccio,
aristocratica
Mai
un
gesto
fuori
di
posto,
tutta
dentro,
tutta
dentro
Bisognerebbe
smuoverla
Bisognerebbe
smuoverla
tutta
controllata
Piena
di
dignità,
sarebbe
bello
vederla
fondere
Sarebbe
bello
vederla
fondere
Ti
scavo
nel
cervello,
Cornelia,
te
lo
tirannizzo
così
così!
Basta,
basta,
è
come
Uno
schifoso
guazzabuglio
di
pensieri
che
si
scioglie
eh
è
una
cascata
di
sintomi
di
delirio
che
gocciolano
da
tutte
le
parti
Basta,
che
miseria
Ora
bisogna
abbandonarsi,
e
dormire
più
che
si
può
Dormire
Si
crede
sempre
che
sia
il
fondo
dello
squallore
quello
che
si
è
Toccato,
chissà
se
esistono
delle
forze
per
andare
più
giù,
de
Lle
strane
forze,
e
la
prossima
volta
scendere
più
in
basso
C'è
un
momento
in
cui
si
è
veramente
soli,
q
Uando
si
arriva
in
fondo
a
ciò
che
siamo
di
orrendo,
di
squallido
Ma
in
fondo,
proprio
in
fondo
in
fondo
Il
dolore
stesso
non
mi
risponde
più
Gli
occhi
sono
asciutti
perché
lì
c′è
il
deserto
Strano,
non
c′è
neanche
il
dolore
nella
Solitudine
quella
vera,
gli
occhi
sono
asciutti
Allora
bisogna
risalire
da
quel
fondo
Ini
Non
c'è
niente
da
fare
Bisogna
ritornare
con
gli
uomini,
anche
per
piangere
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