Pier Cortese - Il lupo non esiste текст песни

Текст песни Il lupo non esiste - Pier Cortese



Sono il lupo, o almeno così mi chiamano gli altri
Il mio nome in realtà è Filippo
Faccio sei anni tra pochi giorni
Sono l'ultimo di cinque fratelli, tutti maschi
E non sono certo l'orgoglio dei miei genitori
Che sognavano per me un futuro da lupo coraggioso
Loro che lo sono, vivono in branco, amano le scorribande notturne
Sono silenziosi, agili, sempre all'erta contro i pericoli
Le gabbie, le tagliole e gli uomini
I miei fratelli e io amiamo profondamente il bosco
L'odore del muschio, il fruscio delle foglie, la solitudine
Siamo una vera grande famiglia
Nella mia vita tutto filava liscio
Fino a quando non ho incontrato Cappuccetto Rosso
I miei fratelli la chiamavano così, perché era solita aggirarsi sola nel bosco
Col suo cappottino rosso, con un bel cappuccio grande in testa
E il cesto della merenda appeso al braccio che portava a sua nonna
Tutti i sabato pomeriggio
Ma quel sabato per me fu davvero sfortunato
I miei fratellini mi avevano chiesto di accompagnare Cappuccetto Rosso fino a casa di sua nonna
Perché avevano visto aggirarsi nei paraggi degli uomini armati di fucile: i cacciatori
La cosa non mi andava molto a genio
In più, dopo soli tre giorni sarebbe stato il compleanno di Lulù, la mia amata fidanzata
E avevo in programma di andare da Trippo e Lillo, gli scoiattoli falegnami
A prenotare il regalo di compleanno per lei
Una sedia a dondolo su misura con le sue iniziali incise sopra
Ma per colpa di Cappuccetto Rosso, hehe, avevo il sabato rovinato
Dunque, fatemi ricordare bene
Alle nove mi siedo sul ceppo all'ingresso del bosco
Ma si vede che quella mattina se l'era presa comoda, Cappuccetto
Perché alle dieci ancora non s'era vista
Allora mi viene il dubbio che, essendomi appisolato quei dieci minuti
Potrei non averla vista arrivare
Che stupido lupo peloso che sono!
I miei fratelli mi taglieranno la cosa se le è successo qualcosa
E allora mi affretto e provo a cercare le sue tracce
Annuso di qua, annuso di là, "bleah, che schifo!"
Un coniglio ha appena fatto una montagna di palline puzzolenti
Allora seguo il sentiero che solitamente Cappuccetto fa per raggiungere la sua dolce nonnina
Dolce per modo di dire, non fa altro che borbottare tutto il giorno
E prima con le lumache che le mangiano l'insalata
E poi con gli uccellini che portano via i semi, e le rane che fanno "cra, cra"
Ma dico io, ma non poteva restare a vivere in paese come tutte le altre vecchiette del mondo?
Cammino per un po' ed avverto degli spari, molto vicini
I cacciatori! Stanno ancora disturbando la quiete del nostro bosco
Spari, spari, e ancora spari!
Poi rumori di foglie, animaletti che scappano, corrono, cercano riparo
Arrivo a casa della nonna e vedo le persiane ancora chiuse
Che strano, è sempre così mattiniera la nonnina
Si alza a rompere le scatole agli scoiattoli fin dalle prime luci del mattino
Guarda l'orto, sistema i fiori, borbotta e sveglia tutti gli animali che d'inverno se ne vanno in letargo
A un certo punto avverto un piccolo rumore dall'interno
Come un colpo di tosse e un fruscio
Guardo ancora, ma nulla
Se avessi una bella voce, proverei a chiamarla
Ma con questo vocione finirei con lo spaventarla a morte
Oddio, e se si fosse sentita male, eh?
E se fosse caduta e avesse perso i sensi, la nonnina?
Non posso certo star qui con le zampe nelle zampe
Decido allora di dare una sbirciatina dalla porta d'ingresso
Giro la manopola... la porta è aperta!
Infilo appena il naso, ma essendo così lungo, è come se avessi messo tutto il muso dentro casa
Aaaaah! Mi arriva una padellata! Dritta dritta sulla testa
E poi urla, calci, pugni. La nonnina, pensando che fossi un ladro si era nascosta dietro l'armadio
E aveva pensato bene di catturarmi
Inutile provare a spiegarle la ragione della mia visita
Sembrava Capitan Uncino con le tarantole nelle scarpe
Non ho scelta, l'unico modo per fermarla è... inghiottirla
Senza ferirla. Farne un unico e solo boccone
E tenerla nella pancia fino a quando non decide di ascoltare ciò che ho da dirle
Allora "glup", la ingoio. Con velocità, così che lei non possa sentire dolore, ma solo il calore del mio stomaco
Anche se nella pancia, quella continua dibattersi
Come un pipistrello gira, rigira, rigira. Gira, rigira, cerca di uscire, urla
Oooh, che mal di pancia insopportabile
Nell'attesa che si calmi un po'
Mi sdraio sul letto per farmi un bel pisolino e farmi passare questo mal di pancia
Ma ecco che in quel momento esatto entra Cappuccetto Rosso
E che cavolo, ma tutte e me oggi?
Cappuccetto si avvicina, mi guarda, io guardo lei
Lei guarda me, io riguardo lei
Però, bella bambina. Un viso simpatico, occhi espressivi, guance tonde
Mica come quelle due bamboline insignificanti di Biancaneve e Cenerentola
A un certo punto cappuccetto mi fa una specie di interrogatorio
"Che occhi grandi che hai", "Che orecchie grandi che hai"
E poi le mani, e i piedi, e che cavolo!
E non sarò il principe azzurro, ma anch'io in quanto lupo ho il mio fascino
Poi, tutta concentrata mi guarda il muso e dice: "Che bocca grande che hai"
E con tono di voce rassicurante le rispondo: "Per mangiare meglio"
Ma lei credo che capisca tutta un'altra cosa
Ha capito "Per mangiarti meglio", e si mette a urlare anche lei
Come il mio amico Johnny Tacchino, quando vince a poker
Allora, allora mi alzo di scatto per cercare di calmare anche lei
Mentre la nonna dentro la mia pancia si scatena e grida, grida che vuole uscire anche lei
Ma ecco che arriva lui, Arcimboldo Cacciatore
Che non avendo compinato un cavolo tutta la mattina nel bosco vestito come Rambo, che fa?
Sfodera un coltello tutto arrugginito e pensa bene di tagliarmi la panciaaaaaah
Un male pazzesco! Aah. Ma almeno, almeno mi libera da quell'indemoniata della nonna
Che mi aveva attorcigliato le budella
Svengo
Quando mi sveglio non riesco a credere ai miei occhi
Sono nel letto della nonna, con un filo rosa che mi chiude la pancia
Una cuffietta di pizzo, le calzine con i fiocchetti, orrore!
Pure le mutandine! No, le mutandine no!
Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo
Io sono il lupo! Se mi vedessero i miei fratelli con le miutandine addosso e la cuffietta in testa
Sarei spacciato, mi prenderebbero in giro finché campo
"Ti ho prestato i miei vestiti"
Disse la nonna, finalmente tornata normale
"Perché mi hai mangiato?"
Per non farti gridare, risposi io. Io non volevo farti del male
Lo vedi, io sono un lupo buono e vorrei che si sapesse in giro, sono un lupo gentile, sai?
E comunque, piacere. Mi chiamo Filippo.
La nonnina allora mi strinse la zampa, e dai suoi occhi capii che aveva deciso di darmi fiducia
Iniziammo così ad incontrarci per il delle cinque, e diventammo buoni amici
Scoprimmo anche di essere entrambi bravi cuochi
E presi da un momento di follia, decidemmi di aprire "Lupo dolce", un negozio di biscotti e marmellate
Come vi dicevo all'inizio della storia, io sono il lupo
O almeno così mi chiamani gli altri
Ma da molti mesi ormai il mio nome non fa pensare più alla paura e al terrore
Ma solo a dolcetti e a cose buone da mangiare



Авторы: Piervincenzo Cortese, Andrea Di Cesare, Cristina Uggeri


Pier Cortese - Lasciateci la fantasia
Альбом Lasciateci la fantasia
дата релиза
21-04-2017




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