Lyrics Il porcellino - Giorgio Gaber
Caro
Gismondo,
come
andiamo
eh?
Va
sempre
peggio...
Ah
mi
sono
permesso
di
portarti
un
Mandarancio,
ma
figurati,
era
il
minimo.
Non
lo
mangi?
Ah
una
palla?
Bene,
o
un
ricordo?
Dunque
avanti,
cominciamo,
come
ti
devi
mettere?
Bravo,
vedi
che
quando
vuoi
capisci,
eh,
Perché
figliolo
la
parole,
è
importante
sai,
ha
un
suono,
una
musica.
Se
tu
a
uno
gli
fai,
zitto,
quello
sta
zitto.
Perché
zzz...
Zzitto!
Se
invece
gli
fai,
quieto,
quello
si
quieta,
perché,
quieto,
acquieta.
Una
musica
eh,
sta
a
sentire
Gismondo,
amore
...
Amore...
Non
ti
si
apre
il
cuore?
Amoreee,
non
ti
si
apre
il
cuore,
va
bè.
Ascolta
Gismondo,
io
non
vorrei
mai
essere
troppo
severo
nei
Tuoi
confronti,
ma
nean¬che
permissivo,
avanti,
mangia
il
mandarancio
Certo,
la
parola
non
è
tutto,
specialmente
per
te,
E
ti
do
atto
che
esistono
dei
linguaggi
più
Semplici
e
misteriosi,
forse
anche
più
immediati
e
veri.
Che
sarebbero
poi
quelli
della
comunicazione,
autre,
autre
eh,
Il
gioco
per
esempio,
certo,
il
gioco,
va
benissimo,
Facciamo
un
gioco,
si,
facciamo
quel
giochino,
Che
uno
deve
ritirare
le
mani
pri¬ma
che
l'altro
colpisca.
E'
un
giochino
di
prontezza
di
riflessi
si,
Da
piccolo
lo
facevo
col
gatto,
tac,
Ma
poi
si
litigava,
uuh,
si
litigava
a
morte
perché
io...
Pa
pa
pa,
gli
facevo
certi
zamponi...
Si
sa,
lo
sport
degenera
sempre.
E
tutti
che
mi
dicevano,
vigliacco,
te
la
prendi
perché
è
più
piccolo.
Intanto
non
si
possono
sempre
avere
a
disposizione
degli
elefanti,
E
poi
mi
non
mi
sono
mai
piaciuti
gli
animali
Intelligenti,
sono
già
viziati,
non
c'è
dialogo.
Il
cane
mi
fa
schifo,
con
que¬gli
occhi,
da
cane
E
i
padroni
che
ci
parlano,
ma
capisci,
parlano
coi
ca¬ni.
Gismondo,
ti
vedo
distratto
eh,
forse
sei
un
po'
imbecille.
Meglio,
meglio,
L'intelligenza
non
solo
è
superflua,
ma
intralcia,
autre.
Certo,
è
la
fisicità
che
conta,
tu
saprai
certamente,
Che
di
fronte
all'eros,
alla,
alla
libido
eh,
Certi
istinti
sono
uguali
per
tutti,
forse
lì,
potremmo
capirci
Gismondo,
mi
vuoi
un
po'
di
bene?
Potresti
innamorarti
di
me.
Un
domani.
Respinto.
Non
importa,
non
mi
offendo,
non
sono
il
tuo
tipo,
va
bè,
Ma
credimi
guarda,
guarda
che
l'amore
è
importante
sai,
L'amore
è
importante
per
trovare
un
Punto
di
intesa,
una
penetrazione
più...
Voglio
dire,
ci
sarà
pure
qualcosa
che
ci
accomuna,
una
strada,
Qualcosa
che
valga
per
me
e
per
te,
Forse
esistono
delle
cose
ancora
più
semplici,
eterne,
assolute.
La
morte.
Ah
ah
ah,
ti
ho
fregato,
la
morte,
Giusto,
ma
che
ne
so
io
della
morte?
Si
però
Deve
essere
una
cosa
bella
eh,
Un
attimo
in
cui
tutto
si
rivela,
E
avresti
voglia
di
dire,
ecco,
è
cosi
Ho
visto
un
porcellino
morire
un
giorno,
ti
interessa?
Soffriva
sai,
mi
guardava
fisso
e
gemeva,
Era
come
una
specie
di
calma,
Poi
il
cuore
ha
comincia¬to
a
battergli
forte
ma
era
bravo,
sai?
Ho
avvertito
che
avremmo
potuto
capirci,
Bastava
pochissimo,
non
era
un
agonizzante
esigen¬te.
Forse
perché
aveva
capito,
che
quando
si
muore
bisogna
anche
Godere.
Se
i
morenti
piangono
ancora,
è
perché
non
godono
abbastanza.
Certo
il
peggio
è
per
chi
assiste,
Le
poche
frasi
balbettate
annunciano
solo,
stupore
fastidio,
Vo¬glia
di
togliersi
dall'imbarazzo,
E
qualche
volta
anche,
paura
e
schifo.
Certo
il
peggio
è
per
chi
assiste,
e
mio
padre
moriva.
Io
l'avevo
già
visto
molto
malato,
ma
quella
volta
era
diverso.
Mio
padre
se
ne
andava
di
attimo
in
attimo,
E
io
rimanevo
di
fronte
a
lui
per
compatire.
Capivo
che
lui
non
mi
ritrovava,
ma
non
ba¬sta
capire,
Bisognerebbe
essere,
Dovevo
trovare
in
me
un
uomo
più
grande
Di
me,
per
aiutarlo
a
morire
dolcemente.
Ma
c'ero
solo
io,
questo
E
mi
mancava
la
possibilità
di
dire
una
cosa
a
un
altro.
Questa
io
non
ce
l'avevo,
Provai
ad
allungare
una
mano,
ma
con
paura,
senza
amore.
Forse
è
solo
questo
che
possiamo
fare
senza
ingannare
noi
stessi
Sudava
goc¬ce
cosi
grosse,
che
sembrava
piangesse
con
tutto
il
corpo.
In
quei
momen¬ti,
è
seccante
essere
diventati
poveri
come
si
è.
Si
manca
di
quasi
tutto
quello
che
Occorre
per
aiutare
qualcuno
a
morire
Mio
padre,
era
solo.
Ma
se
non
esiste
più
neanche
un
essere,
Magari
in
qualche
parte
del
mon¬do,
con
cui
puoi.
Sono
solo,
sono
solo,
sono
solo
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