Giorgio Gaber - La sedia - al bar casablanca paroles de chanson

paroles de chanson La sedia - al bar casablanca - Giorgio Gaber




La sedia
La sedia è la sedia, visione globale dell'oggetto
Generalmente è di legno, faggio evaporato, noce nei casi migliori
Talvolta di vimini, caso limite, non globale
La sedia serve per sedersi, e se di vimini
Stride alla pressione dei culi obesi pesanti sempre seduti
Fenomenologia dell'oggetto, già, ma chi si siede?
Qui il discorso si fa più difficile, occorre un'analisi più profonda
Alla luce della quale emerge una verità sconcertante: si siede chi ha la sedia
Chi non ce l'ha?
Chi non ce l'ha è costretto a stare in piedi
Se ne deduce che inevitabilmente la sedia
Opera nell'umanità una piccola divisione
Ma chi ha la sedia è gentile e la cede a chi è in piedi?
No, chi ha la sedia se la tiene e ci sta comodamente seduto
Ma allora cosa ci rappresenta il "prego si accomodi"?
"Prego si accomodi" è un modo di dire signorile e democratico
Che fa notare le differenze, ma con gentilezza
Meglio sarebbe sostituirlo con, "prego, stia pure in piedi"
Ugualmente gentile, però più vero
"Io la sedia ce l'ho, però sto in piedi"
No mi dispiace, questo caso non è previsto
Come non è previsto? Cercate di prevederlo
Perché io sono uno in piedi, con la sedia
Bè, allora diciamo che soggettivamente
Sei uno di quelli che stanno in piedi, ma oggettivamente
Al bar Casablanca
Seduti all'aperto, una birra gelata
Guardiamo le donne
Guardiamo la gente che va in passeggiata
Con aria un po' stanca
Camicia slacciata, in mano un maglione
Parliamo, parliamo
Di proletariato, di rivoluzione
Al bar Casablanca
Con una gauloise, la Nikon, gli occhiali
E sopra una sedia
I titoli rossi dei nostri giornali
Blue jeans scoloriti
La barba sporcata da un po' di gelato
Parliamo, parliamo
Di rivoluzione, di proletariato
L'importante è che l'operaio prenda coscienza
Per esempio i comitati unitari di base
Guarda gli operai di Pavia e di Vigevano
Non hanno mica permesso che la politica sindacale
Realizzasse i suoi obiettivi, hanno reagito, hanno preso l'iniziativa
Non è che noi dobbiamo essere la testa degli operai
Sono loro che devono fare, loro, noi
Al bar Casablanca
Seduti all'aperto, la Nikon, gli occhiali
E sopra una sedia
I titoli rossi dei nostri giornali
Blue jeans scoloriti
La barba sporcata da un po' di gelato
Parliamo, parliamo
Di rivoluzione, di proletariato



Writer(s): Gaber, Luporini


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