Текст песни и перевод на английский Paolo Pietrangeli - Pagoda

Pagoda

Una pagoda che si gonfia piano piano
Un pellicano dalle penne blu
Si gonfia piano piano, par che scoppi
Tu chiudi gli occhi e non ci pensi più

Cresce il progresso, cresce l'oppressione
Ti aggrappi ad un ricordo, a un'illusione
Fatta anche di pagode e pellicani
Da mangiarsi le mani, da mangiarsi le mani

Non c'è nessuno che protesta se
Ti si spegne nella testa se
Ti si spegne sulla bocca ogni fantasia molesta
Perché non serve per il pane
Allora mille affilate lame
Ti si piantano nel cervello
Ti taglian questo, quest'altro e quello
Per poi lasciarti senza pensieri
E vivi oggi, domani e ieri
Come se fossero giorni uguali
Vogliono un mondo tutto pari
E se sei dispari non conviene
Ed è per questo che voglio bene
Alla pagoda, al mio pellicano
Che è poi lo stesso che dire amo
Amo le strade, anche quelle storte
Purché mi portin via dalla morte
Strade in discesa, in salita, in piano
Strade in cui veda il mio pellicano
Strade in cui veda il mio pellicano
Strade in cui veda il mio pellicano

Una pagoda che si sgonfia piano piano
Un pellicano che non c'è più
Si sgonfia piano piano ed è rimasta
Solo una lastra di asfalto blu

Una allegra melodia
Il vostro canto funebre sarà
Una dolce litania
I vostri funerali per le strade accompagnerà

I carri armati coi soldati
Gli operai con gli studenti, tanti
E i contadini, donne, uomini, bambini
Per le strade, nelle piazze, nei pochissimi giardini
Che imbiancati fino a ieri ora esplodano di colori, fiori
Dalle bocche dei cannoni di quei mazzi cingolati
Che, guidati dal soldati, ora sembrano trattori

Pori della pelle dilatati che respirano di nuovo
Le narici si riempiono di odori
Mari di persone, le bandiere come vele
Fischia il vento da lontano, si fa grande il pellicano
Nelle ali ci raccoglie tutti quanti, ci trasporta oltre le soglie
Di un paese che le voglie
Dei compagni, in tanti anni,
Hanno abbellito, costruito e quegli affanni
Se l'è inghiottita e vola via lontano
Quel pellicano dalle penne blu
Si gonfia, gonfia, gonfia, par che scoppi

Pagoda

A pagoda slowly inflating,
A pelican with feathers of blue,
It inflates slowly, seems about to burst,
You close your eyes and think no more.

Progress grows, oppression grows,
You cling to a memory, an illusion,
Made also of pagodas and pelicans,
Makes you want to bite your hands, bite your hands.

There's no one who protests if,
It goes out in your head if,
Every bothersome fantasy fades from your lips,
Because it's useless for bread.
Then a thousand sharpened blades,
Plant themselves in your brain,
Cutting this, that, and the other,
To leave you without thoughts.
And you live today, tomorrow, and yesterday,
As if they were all the same,
They want a world all even,
And if you're odd, it's not convenient.
And that's why I love,
The pagoda, my pelican,
Which is the same as saying I love,
I love the roads, even the crooked ones,
As long as they take me away from death,
Roads downhill, uphill, flat,
Roads where I see my pelican,
Roads where I see my pelican,
Roads where I see my pelican.

A pagoda that deflates slowly,
A pelican that's no more,
It deflates slowly and all that's left,
Is just a slab of blue asphalt.

A cheerful melody,
Will be your funeral song,
A sweet litany,
Will accompany your funerals through the streets.

The tanks with soldiers,
The workers with the students, so many,
And the farmers, women, men, children,
In the streets, in the squares, in the few gardens,
That, whitewashed until yesterday, now explode with colors, flowers,
From the mouths of the cannons of those tracked bunches,
Which, guided by the soldiers, now seem like tractors.

Dilated skin pores breathing again,
Nostrils fill with scents,
Seas of people, flags like sails,
The wind whistles from afar, the pelican grows large,
In its wings it gathers us all, carries us beyond the thresholds,
Of a country where the desires,
Of the comrades, over many years,
Have beautified, built, and those hardships,
It has swallowed and flies far away,
That pelican with feathers of blue,
It inflates, inflates, inflates, seems about to burst.