Текст песни Ricordi - Paolo Pietrangeli
Canto
il
ricordo,
sì,
canto
il
ricordo
Che
è
fatto
d'ore
di
lavoro,
odore
Di
rosticceria
di
periferia
In
un
supplì,
in
un
supplì,
in
un
supplì
mi
sento
La
mozzarella
agli
occhi
e
il
riso
dentro
Il
ricordo
che
ti
acchiappa
Che
ti
spappola
il
cervello
Ti
ricordi
ch'eri
bello
Lo
ricordi
solo
tu
Il
ricordo
che
ti
acchiappa
Che
ti
spappola
la
mente
Ti
ricordi
solamente
Che
non
ti
ricordi
più
Il
ricordo
del
vigliacco
È
un
ricordo
coraggioso
Il
ricordo
del
recluso
Gronda
invece
libertà
Rondinella
pellegrina,
pellegrina
rimembranza
Il
coraggio
e
la
speranza
sono
niente
senza
te
L'ottimismo
delle
genti
è
il
ricordo
collettivo
Tu
t'illudi
d'esser
vivo,
anche
se
non
lo
sei
più
Vi
ricordate
quel
diciotto
aprile?
Me
lo
ricordo,
sì,
Madonna
incinta
Dal
tono
sembra
quasi
che
s'è
vinta
E
invece
non
s'è
preso
che
legnate
Te
se
ricordet
giuan
del
quarantott?
Dice
quell'altro,
canta
in
milanese
Sarà
il
ricordo,
ma
non
pare
brott
Sarà
stato
più
bello
al
suo
paese
Vi
ricordate
berta
che
filava?
Tutti
fanno
di
sì,
non
batton
ciglio
Chissà
se
stava
a
cottimo
o
filava
Era
impazzita
ai
peli
di
suo
figlio
Era
impazzita
ai
peli
di
suo
figlio
Senti,
ti
ricordi?
Siamo
sempre
un
po'
più
sordi
Meno
attenti
a
chi
c'è
intorno
ed
al
passato
Noi
siam
stati
fatti
tra
assassini
e
tra
ricatti
Che
scordiamo
sempre
in
nome
del
vissuto
Figli
di
una
classe
che,
aspettando
che
morisse
Tu
sei
nato,
sei
cresciuto,
sei
invecchiato
Ho
capito
smetto,
mi
rinchiudo
in
un
salotto
A
pensare
e
a
ripensare
a
quel
che
è
stato
Dormi,
ti
risvegli,
troppi
anni,
troppi
figli
Troppo
tardi,
il
funerale
tuo
è
partito
Dormi,
ti
risvegli,
troppi
anni,
troppi
figli
Troppo
tardi,
il
funerale
tuo
è
partito
Ho
capito
adesso,
devo
star
sempre
più
spesso
Dalla
parte,
al
fianco
di
chi
è
lo
sfruttato
Certo,
certo,
è
meglio,
devi
stare
sempre
sveglio
C'è
la
muffa
sul
cuscino
immacolato
Certo,
certo,
è
meglio,
devi
stare
sempre
sveglio
C'è
la
muffa
sul
cuscino
immacolato
Giorno
di
mare,
giorno
di
pioggia
Camminavamo
da
Lecce
a
Foggia
Arrivammo
ad
Arateo,
lungo,
nero
quel
corteo
Che
occupava
quella
piazza
Sopra
un
palco
la
corazza
dei
padroni
con
canzoni
Cercavam
di
scalfire
Cento
mille
lampadine
colorate
sulle
facce
disperate
Che
sforzavano
un
sorriso
Una
pioggia
di
confetti
Quei
bastardi
maledetti
ci
tiravano
Cinque,
dieci
ragazzini
Appostati
con
le
fionde
nei
giardini
Noi,
bersagli
illuminati
Ci
colpivano
Cantavamo,
a
orecchie
vuote
Di
ricordi
messi
in
note
Di
contesse
ed
emigranti,
lì
eran
tanti
Lì
eran
tanti
e
non
sentivano
Altri
ridevano
O
se
ne
andavano
I
compagni
del
partito
hanno
fatto
un
gran
quadrato
Son
volati
i
colpi
bassi
Son
spariti
anche
i
confetti
Tutti
zitti,
tutti
zitti
Ora
sentivano
Ora
sentivano
Giorno
di
pioggia
e
di
settembre
Siamo
a
firenze,
siamo
a
firenze
Cinque,
dieci,
ventimila
Tutti
in
cerchio,
tutti
in
fila
Con
le
gole
spalancate
che
cantavano
Tanti
abbracci,
quante
feste
Tanti
pugni,
quante
teste
Tutte
piene
come
ceste
Di
ricordi
che
affioravano
E
si
vedevano
E
si
capivano
Un
compagno
di
Arateo
Si
fa
avanti
in
mezzo
a
tanti:
"...ti
ricordi
Era
giugno
in
quella
piazza
Io
ti
stavo
proprio
a
un
passo
Come
adesso,
ti
ricordi
che
successo?
Che
trionfo!
Che
successo!
Che
trionfo..."
Io
mi
ricordavo
un
tonfo
E
lo
guardo
un
po'
perplesso
Quello
insiste
"...che
trionfo,
che
successo..."
I
compagni
fanno
festa
Le
bandiere
fanno
ressa
Ti
si
cambiano
le
idee
dentro
la
testa
Prendo
accordi:
"ad
Arateo
ci
torno
presto"
A
rifare
quel
trionfo
A
rifare
quel
successo
"...ad
Arateo
ci
torno
presto..."
Vi
ricordate
quel
quindici
giugno?
Ora
siam
tutti
comunisti
Forza
compagni,
ai
democristi
Bandiera
rossa
farem
cantar
Forza
compagni,
ai
democristi
Bandiera
rossa
farem
cantar
Forza
compagni,
ai
democristi
Bandiera
rossa
farem
cantar
Forza
compagni,
ai
democristi
Bandiera
rossa
farem
cantar
Forza
compagni,
ai
democristi
Bandiera
rossa
farem
cantar

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