Giorgio Gaber - Giotto da Bondone (prosa) Songtexte

Songtexte Giotto da Bondone (prosa) - Giorgio Gaber




L′uomo capisce tutto, tranne le cose perfettamente semplici
In un paesino della Toscana del Dugento
Zona purissima agricola e pastorizia, nacque un bambino di nome Giotto da Bondone
Il fatto che da grandicello se la facesse con le pecore non turbò molto
Perché era un ragazzo strano
Il sesso dei grandi pittori rimane sempre per noi un fatto molto misterioso
Anche se fanno un originale televisivo, appena c'è una situazione interessante, non so
Giotto che accarezza la pecora con lo sguardo giusto
Insomma sul più bello
Arriva un attore con cravatta e occhiali che non c′entra niente, gli strappa la pecora di mano
E legge un foglio dagli studi di via Teulada
Peccato
Volevamo conoscere Giotto, e invece ci tocca inventare
A me piace immaginarlo intelligentissimo
Come noi, sì, lo vedo, lo vedo che disegna sui sassi, con le matite colorate Giotto
Il megalomane!
E pensa, non è vero che non pensa a niente, pensa
Pensa per esempio alla possibilità di fare un cielo diverso da come lo dipingevano prima
Rinnovare tutto, e come tutti sanno
Queste cose si possono fare soltanto elaborando con la logica e il ragionamento
Per sviluppare la sua intelligenza Giotto si esercita a lungo nel gioco degli scacchi
Legge l'Espresso
Ora che il formato è piccolo gli torna anche meglio guardare le pecore
Si abbona a Panorama
Si tiene in continuo contatto con Umberto Eco, segretario della Biennale di Bondone
Il cielo, si sa, nei quadri di allora è sempre dipinto d'oro, oro zecchino, implacabile e fisso
A Giotto non sembrava tanto giusto, e qui comincia il suo tormento
Studia la duttilità dell′oro per modificarla, per portarla avanti, poi tenta un cielo
E gli viene tutto d′oro
Studia la chimica, le stratificazioni
Oro un po' più chiaro, oro un po′ più scuro, ma sempre oro
Capisce che la chimica non può risolvere il suo problema
Si occupa di filosofia, e siccome è intelligente diventa materialista
Soltanto un cambiamento strutturale avrebbe potuto far cambiare il cielo
Ragiona per giorni e giorni, non si può dire che non sia tenace
Si sente abbastanza preparato per affrontarlo, poi ne dipinge uno... enorme!
PAAH! Tutto d'oro
E′ in preda ad una crisi di nervi,
Soffre terribilmente di insonnia
E per addormentarsi conta le pecore, ma non gli basta, si alza di scatto e parte per Milano
Giotto era un grande viaggiatore, sì, un viaggiatore di cultura
Le pecore le vedeva solo negli intervalli, come noi
Milano, Bologna, Copenaghen, partecipa al primo convegno internazionale di semiotica
Poi psicanalisi e politica, ormai la necessità di fare un cielo diverso è diventato un fatto collettivo
Si mette al lavoro con gli altri, e pensa, pensa, tutti insieme elaborano il linguaggio nuovo
Per un cielo, per un cielo tutto d'oro! Basta, basta
È furibondo, litiga con tutti, fa un gran casino, manda a fanculo Giorgio Bocca, Pasolini, Lacan, tutti
Esce incazzato sbattendo la porta
Si sente più leggero
Pensa anche di non andar più dallo psichiatra
E qui ha un′intuizione strana, che stravolge anche la mia interpretazione di Giotto intelligente
Decide di farsi curare da un veterinario, così, come un animale
Poi, gli casca l'occhio sul cielo e fa: Boh
A me mi sembra azzurro
Maremma maiala il cielo è azzurro
No, no, il cielo è d'oro, è sempre stato d′oro, che sciocchezza, è d′oro, il cielo
Lo dipinge d'azzurro, il bestione ignorante, e tutti: Eeeehh
E anche Umberto Eco, che è cieco ma intelligente: Vuoi vedere che è azzurro davvero?
Bastava guardare
Ho capito
Ho capito che non c′è niente da capire



Autor(en): Gaber, Luporini


Attention! Feel free to leave feedback.