Songtexte Il febbrosario - Giorgio Gaber
Un
oggettino
piccolo,
di
vetro,
il
mercurio
che
sale,
adagio,
perfetto
Il
termometro...
che
bell′oggetto
Trentasette
e
uno
Una
leggera
alterazione
Dolce
non
violenta
Da
coltivare
Senza
antibiotici
senza
aspirina
guai
Come
la
vivo
la
mia
febbrina
Trentasette
e
tre
Sto
tremando
di
freddo
Sto
proprio
tremando
Siamo
al
quindici
di
agosto,
stupendo
Voglio
un'altra
coperta
Non
mi
basta
Mi
ci
vuole
un
cappotto
Trentasette
e
otto
Un
posto
qualunque
Un
posto
per
star
male
Una
palestra
un
ospedale
Forse
come
un
collegio
O
come
un
seminario
Un
Febbrosario,
un
febbrosario
Quando
sono
entrato
Avevo
una
valigia
gli
occhi
rossi
E
il
viso
un
po′
umido
Mi
sono
presentato
Ma
senza
esagerare
sulla
febbre
Perché
sono
timido
Trentasette
e
sei,
ho
detto
Meno
di
quello
che
avevo
Che
bestia
Una
finzione
ispirata
dalla
modestia
Io
senza
esperienza
E
loro
cosi
sensibili
e
caldi
Cosi
sofferenti
Io
pieno
di
speranza
Peccato
il
primo
giorno
li
ho
sentiti
Un
po'
diffidenti
Ma
poi,
il
momento
più
bello
E
l'ora
dei
termometri
di
vetro
E
l′ora
dei
termometri
bianchi
L′argento
del
mercurio
riscaldato
Dal
tuo
corpo
piano
piano
Sale,
sale,
sale
E
l'ora
del
silenzio
dei
malati
Che
dura
tre
lunghissimi
minuti
Ognuno
se
lo
tiene
sotto
il
braccio
Trepidante
di
emozione
Con
la
gioia
e
la
paura
della
sua
misurazione
Ci
si
può
sentire
anche
madri
con
la
febbre
Una
madre
che
stringe
il
suo
figlio
di
vetro
E
poi
la
lettura
Trentasei
e
nove
Che
fregatura
Trentasette
e
uno
non
è
nessuno
Trentotto
trentotto
e
mezzo
trentanove
Trentanove
e
nove
Con
una
voce
che
non
si
sente
neanche
il
suono
Che
uomo
In
questo
febbrosario
Quello
che
sta
male
più
degli
altri
É
il
più
sensibile
e
importante
E
proprio
necessario
Avere
la
tendenza
a
migliorare
E
progredire
gradualmente
Diffido
dei
febbroni,
spettacolari...
poi
niente
Estremismo,
malattia
infantile
Qui
dentro
si
mantengono
le
classi
E
quelli
che
rimangono
più
indietro
Si
mettono
a
applaudire
e
festeggiare
I
più
malati
E
poi
a
dire
bravi,
bravi,
bravi
E
poi
c′è
anche
una
novità
politica
L'intercambiabilità
dei
protagonisti
Che
possono
cambiare
quando
È
l′ora
dei
termometri
di
vetro
È
l'ora
della
nostra
affermazione
La
febbre
non
mi
deve
regredire
È
questione
di
prestigio
devo
essere
ambizioso
Il
dolore
è
un
privilegio
Sì,
io
Io
sono
il
più
malato
Sto
malissimo,
sto
sudando
Io,
io
l′ho
inventato
il
sudore,
ho
sudato
io
per
primo
Sono
un
lago,
sono
il
migliore,
sono
meglio
di
tutti
voi
Sudo
talmente
che
non
piscio
mai!
Me
ne
vado,
me
ne
vado,
li
ho
tutti
contro
Ci
siamo
murati
dentro
Ci
siamo
murati
dentro
Ci
siamo
murati
dentro
Ci
siamo
murati
dentro
(Siamo
murati
dentro)
(Siamo
murati
dentro)
(Siamo
murati
dentro)

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24 Dove l'ho messa
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